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Il degrado ambientale e i cambiamenti climatici sono il contesto in cui si svolgono oggi i processi educativi. Sono dunque necessarie nuove forme di conoscenza, che pongano gli individui, i gruppi, i responsabili della vita sociale a tutti i livelli (economico-politico, istituzionale, amministrativo, produttivo, culturale), nella condizione di non ignorare le conseguenze delle azioni umane, anche sull’ambiente. Educare alla partecipazione, in contrasto con la delega, promuove il senso di appartenenza e rende i cittadini attori responsabili dei processi decisionali di gestione del proprio territorio. Questo, nella rilevanza epistemologica del discorso pedagogico, trova forma nella dimensione di engagement a beneficio della persona e della comunità e si realizza nella partecipazione attiva all’interno della cosiddetta smart city.

Il seguente elaborato offre una visione panoramica sul ciclo di vita dell’idrogeno puro (H2), concentrandosi in particolare sulla produzione, sullo stoccaggio e sull’impiego di tale elemento. Di ogni voce vengono analizzate sia le tecnologie attualmente esistenti, sia quelle allo stato prototipale; queste ultime, sebbene risolvano le criticità dei sistemi già esistenti, sono ancora in uno stadio di ricerca e sviluppo e, attualmente, non sono abbastanza efficaci ed economicamente vantaggiose per un commercio in scala globale. I settori d’impiego dell’idrogeno sono molteplici ma in questa trattazione verranno presi in esame solamente l’utilizzo dell’elemento in ambito edilizio e automobilistico, con particolare attenzione verso la tecnologia delle celle a combustibile. Più nello specifico, nell’analisi delle soluzioni impiantistiche per la distribuzione dell’energia elettrica presenti negli edifici, viene esaminato uno studio in cui si confrontano un sistema di stivaggio dell’energia elettrica attraverso elettrolisi dell’acqua ed un più classico sistema ad accumulatore. Per quanto riguarda l’ambito automotive, invece, si cita il celebre esempio della Toyota Mirai come prima auto ad idrogeno ad essere prodotta in serie e pioniera delle FCEV (fuel cell electric vehicle).

In questo studio è affrontato il progetto di un energy harvester destinato ad alimentare un nodo sensore impiegato per scopi di monitoraggio strutturale. La applicazione in questione è specifica per l'ambito ferroviario, dovendo il sistema essere collocato sul tirante di poligonazione della linea area di contatto. Sono state indagate modalità di conversione dell'energia dalle vibrazioni generate dal contatto fra catenaria e pantografo, studiandone la possibile integrazione con la conversione dell'energia solare tramite celle fotovoltaiche. Sono stati quindi progettati e realizzati due prototipi di energy harvester a vibrazioni, basati su tecnica di conversione rispettivamente elettromagnetica e piezoelettrica. La fase di progettazione è stata affinata tramite simulazioni MATLAB e COMSOL, utilizzando il metodo degli elementi finiti, ed è stato curato il progetto dei circuiti di regolazione della tensione generata dai dispositivi. Sulla base del consumo del nodo sensore misurato ne è stata simulata la alimentazione da parte di un energy harvester solare al variare del periodo dell'anno. I dispostivi realizzati sono stati valutati attraverso varie misurazioni e sono state indagate tra gli sviluppi futuri possibili approcci per il miglioramento della tecnologia realizzata.

The contribution, based on the real case study of the Friuli-Venezia Giulia region, proposes a critical reflection on the model of Ecologically Equipped Production Areas (APEA), highlighting the importance of a broader vision that can integrate the different scales of intervention with the specificities of the contexts to which they belong, intertwining economic, social and spatial dynamics. From this point of view, Italy, as a center of the Mediterranean basin, can represent a context of experimentation for the reuse and regeneration of production areas, also increasing the competitiveness of the national production system.

Le questioni legate all'ambiente e alla sostenibilità, come la produzione e il riciclo dei rifiuti, la scarsità delle risorse naturali e il mantenimento dei benefici economici, hanno negli anni attirato sempre più l'attenzione della comunità scientifica, come testimoniano i numerosi studi al riguardo. In tale contesto, è il modello dell’Economia Circolare ad aver acquisito, recentemente, una notevole importanza. Facendo riferimento alla prospettiva di sviluppo sostenibile, l’Economia Circolare può essere definita come un sistema rigenerativo il cui obiettivo è quello di minimizzare gli input di risorse, i rifiuti prodotti, le emissioni e, in generale, l’energia consumata, attraverso il rallentamento, la chiusura e il restringimento dei cicli di materiali ed energia. In tempi recenti, l'attenzione della letteratura scientifica si è concentrata sui prodotti riciclati a causa del loro potenziale sia in termini economici che ecologici. I prodotti derivanti da un precedente utilizzo, infatti, possono essere riciclati e rigenerati per essere trasformati in prodotti “come nuovi” in termini di aspetto e prestazioni. Un prodotto, dopo il suo primo utilizzo, mantiene un valore residuo che può facilmente essere recuperato sottoponendolo a processi di rigenerazione e ricondizionamento: in questo modo i prodotti recuperati possono essere reintrodotti sul mercato e contribuire positivamente ai cicli economici. Pertanto, nel contesto dell’Economia Circolare, è necessario approfondire lo studio dell'intenzione dei consumatori di acquistare prodotti rigenerati o riciclati, tema che fino ad oggi è stato scarsamente investigato. A tal proposito il presente progetto di tesi si pone un duplice obiettivo al fine di colmare il gap di ricerca individuato: analizzare in modo sistematico la letteratura esistente sulla tematica dell’intenzione di acquisto dei prodotti riciclati e, successivamente, indagare, tramite survey statistica, ciò che determina l’intenzione di acquisto di un particolare prodotto green, ovvero lo smartphone ...

È di tutta evidenza ormai come il nostro patrimonio culturale, inteso nella sua complessità di patrimonio immobile e mobile ma anche paesaggistico, sia a rischio a causa degli eventi estremi correlati ai cambiamenti climatici che lo stanno mettendo sotto pressione con una frequenza crescente. Catastrofi naturali e disastri antropici impongono nuove sfide conservative mondiali in continua evoluzione e necessitano urgentemente di un approccio innovativo. A rischio non è solo la conservazione del patrimonio culturale ma anche la sicurezza dei visitatori, dei lavoratori del settore e delle comunità locali, con conseguenze economiche negative a seguito della riduzione dei flussi turistici. Ma se il rischio è sempre più evidente, purtroppo sono ancora sporadiche le misure e le strategie inserite nei piani di riduzione e gestione del rischio. Il CNR-ISAC ha coordinato su questi temi due progetti Interreg Central Europe, "ProteCHt2save - Risk Assessment and Sustainable Protection of Cultural Heritage in Changing Environments" (2017-2020) e il progetto di capitalizzazione "STRENCH - STRENgthening resilience of Cultural Heritage at risk in a changing environment through proactive transnational cooperation" (2020-2022). Lo strumento principale realizzato e successivamente integrato è stato l'online WebGIS, attualmente denominato in "Risk Mapping Tool for Cultural Heritage Protection" che, visualizzando in modo interattivo mappe di rischio dell'Europa a elevata risoluzione spaziale culturale, mostra dove e con quale forza i possibili cambiamenti climatici interesseranno il territorio. It is widely recognized nowadays that our cultural heritage, considered in its complexity of immovable and movable heritage but also landscape, is at risk due to extreme events related to climate change that are putting it under pressure with increasing frequency.Natural catastrophes and anthropogenic disasters impose new and continuously evolving global conservation challenges and urgently require an innovative approach. At risk is not only the preservation of cultural heritage but also the safety of visitors, workers in the sector and local communities, with negative economic consequences as a result of the reduction of tourist flows.However, while the risk is increasingly evident, unfortunately, the measures and strategies included in risk reduction and management plans are still sporadic.CNR-ISAC coordinated on these topics two Interreg Central Europe projects, "ProteCHt2save - Risk Assessment and Sustainable Protection of Cultural Heritage in Changing Environments" (2017-2020) and the capitalization project "STRENCH - STRENgthening resilience of Cultural Heritage at risk in a changing environment through proactive transnational cooperation" (2020-2022). The main tool created and subsequently integrated was the online WebGIS, currently named "Risk Mapping Tool for Cultural Heritage Protection" which, by interactively displaying risk maps of Europe at high cultural spatial resolution, shows where and how strongly possible climate change will affect the territory.

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I recenti eventi di innalzamento parossistico delle temperature, verificatisi in molte aree del pianeta, dimostrano che il cambiamento climatico rappresenta uno dei principali problemi a cui è necessario dare risposte rapide ed efficaci. La letteratura scientifica di riferimento sottolinea l’importanza di analizzare le relazioni tra le caratteristiche socioeconomiche della popolazione e l’organizzazione fisico-funzionale dei sistemi urbani. Inoltre, il concetto di vulnerabilità è oramai parte del bagaglio teorico ed operativo per le analisi di rischio dei cambiamenti climatici. Partendo da tali premesse, l’obiettivo del presente lavoro è identificabile nella messa a punto di una procedura per la costruzione di mappe di vulnerabilità alla scala locale riferite ad uno dei fenomeni del cambiamento climatico quali le isole di calore urbano, al fine di supportare i decisori locali nella definizione di un quadro sistematico di idonee misure di mitigazione e adattamento.

Le azioni per il miglioramento energetico-ambientale del patrimonio co-struito sono ormai riconosciute come strategie di conservazione (Carbonara, 2015), così come gli interventi di restauro e manutenzione, in quanto volti alla trasmissione del bene alle future generazioni, perseguono obiettivi di sosteni-bilità, in una prospettiva di economia circolare. La centralità del patrimonio nelle azioni di lotta al cambiamento climatico è inoltre testimoniata dalla sua presenza nei 17 Sustainable Development Goals (Laine et al., 2019) e, in ambi-to europeo, in quanto driver fondamentale per la transizione ecologica (Potts, 2021). Il paper vuole evidenziare il contributo del progetto BEEP in questo contesto, per superare le lacune ancora esistenti nell'applicazione al patrimo-nio di strumenti avanzati di analisi e simulazione, sia attraverso esempi di suc-cesso che con attività di trasferimento competenze attraverso strumenti di LOF (Learning Outcome Framework).

Questa nota descrive la situazione attuale della geotermia italiana, sia per quanto riguarda le innovazioni tecnologiche e le prospettive di sviluppo, sia in relazione all’impatto ambientale di tale industria.